L’Esposizione Agricola Siciliana di Catania del 1907

Copertina ed Illustrazioni Anastasia Guardo

Narra lo storico greco-egiziano Ateneo di Naucrati che nel secondo secolo dell’era volgare, durante il regno di Tolomeo IV, si tenne una festa solenne in cui il faraone fece esporre dai mercanti di Tebe e Memfi (alto e basso Egitto) quanto di più lussuoso e raffinato fosse stato prodotto in quelle terre.

A questo evento si può riportare la prima “Esposizione” di cui si abbia documentazione storica.

Con la Grecia e l’Egitto commerciò per secoli anche Katane (oggi Catania), colonia greca dal 729 a.C. e romana dal 263 a.C. , grande porto e nodo di scambio di prodotti agricoli con rapporti privilegiati nei commerci mediterranei, dall’Italia al Peloponneso e all’Egitto.

Le moderne esposizioni invero nacquero con la Francia rivoluzionaria e riscossero grande successo emulato poi dalle altre nazioni e ugualmente dall’Italia specie a fine ottocento e inizio novecento.

Dopo una prima esposizione agricola siciliana che ebbe luogo a Palermo nel 1902 anche Catania anelava ad una propria e dopo più di un rinvio nel marzo del 1907 si intravide la fine dei lavori dei palazzi espositivi.

Ingresso Principale

Nonostante l’entusiasmo, uno degli edifici principali era ancora quasi da iniziare, si trattava del “grande ottagono” così denominato per la forma della sua base e per l’altezza di trenta metri.

Narra Federico De Roberto, nell’Albo illustrato sull’Esposizione, che una delegazione di politici capeggiata dal sindaco di Catania si recò al Quirinale per invitare il re d’Italia a inaugurare l’esposizione.

Era il 19 marzo 1907, san Giuseppe, giorno festivo in Italia a quel tempo, a Catania si fremeva nell’attesa della risposta del re.

Grande Ottagono e Giardino Interno

Questi non solo accolse l’invito ma affermò che sarebbe venuto a Catania tra il 13 ed il 14 aprile al rientro da una visita reale alla corte greca ad Atene.

I membri della delegazione furono stupiti dalla vicinanza della data e non potendo rifiutare dissero al re che avrebbero fatto il possibile perché l’esposizione fosse pronta.

Il re rispose che le esposizioni non sono mai pronte quando le si inaugura e Catania non avrebbe fatto eccezione alla regola.

La delegazione telefonò immediatamente dopo l’udienza ai membri del comitato esecutivo dell’esposizione a Catania e subito iniziò la corsa per completare i lavori in meno di un mese.

Le frenesia contagiò il cantiere il cui direttore dei lavori si impegnò ancora di più perché si completassero le opere in tempo.

Frattanto ad aprile il re si recava in Grecia alla corte di re Giorgio e ad Atene giunse anche Tullio Giordana l’inviato di un settimanale dell’epoca

“La Tribuna Illustrata”.

Settimanale Storico

Per l’occasione al reporter venne consegnata una macchina fotografica Kodak di alta qualità perché scattasse delle ottime foto per il periodico.

Purtroppo per la redazione, la macchina fotografica venne rubata e al giornalista non restò che informare la sede romana della Tribuna tramite un telegramma.

S’infransero tutte le speranze riposte nell’avere un servizio di prim’ordine.

Prospetto

Qualche giorno dopo l’amaro telegramma il Giordana spedì a Roma delle foto della visita reale acquistate ad Atene, l’autore delle foto, venuto a conoscenza del furto, si sentì in dovere di scusarsi per il ladro e in una lettera scritta in francese spiegò che il gesto di quell’uomo non andava altrimenti inteso che come l’atto di un uomo fuori di sé per l’entusiasmo generale e che non comprendeva che cosa facesse in quel momento.

Chiosò ironicamente la redazione nell’articolo pubblicato sul periodico che per il futuro in tali occasioni di giubilo di visita di un popolo ad un altro era inteso che ogni furto non fosse reato ma andasse piuttosto considerato come dimostrazione di simpatia e amicizia.

Questi e altri aneddoti sulla storia della Esposizione Agricola Siciliana di Catania del 1907 sono presenti nel romanzo storico “La medaglietta ritrovata” di Alfredo Sorbello, Edizioni Akkuaria, 2021.

Alfredo Sorbello

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