Geopolitica secondo Aurora: L’alta tecnologia è la chiave per il futuro

In collaborazione con Aurora Sito d’Informazione Geopolitica, pubblichiamo il contributo di Fred Goldstein (Workers, agosto 2019), nella traduzione di Alessandro Lattanzio.
Alessandro Lattanzio è scrittore, laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Catania.

“Durante la Guerra Fredda e la lotta che mise Unione Sovietica e Cina da una parte e l’imperialismo, guidato da Washington, dall’altro, i rivoluzionari erano soliti caratterizzare il conflitto come guerra di classe tra due sistemi sociali inconciliabili. Da una parte c’era il campo socialista, basato su proprietà socializzata, pianificazione economica dei bisogni umani e monopolio del governo sul commercio estero. Dall’altro c’era il capitalismo, un sistema di produzione a scopo di lucro. Che i due sistemi fossero inconciliabili era il fondo del conflitto soprannominato Guerra Fredda. Tuttavia, il conflitto tra capitalismo imperialista, guidato da Washington, Wall Street e Pentagono, e il sistema economico socialista cinese, con l’industria di proprietà statale e la guida economica pianificata, diventa molto più acuto e l’imperialismo diventa apertamente ostile. L’impegno di lunga data dell’imperialismo USA a rovesciare il socialismo in Cina, nonostante il capitalismo cinese, fu nascosto sotto frasi zuccherose borghesi sui cosiddetti interessi comuni e collaborazione economica. Ma questo tipo di discorsi sta per finire.
Sin dalla fine del XVIII secolo, la classe capitalista nordamericana ha sempre desiderato il mercato cinese. I giganteschi monopoli capitalisti approfittarono di accordi congiunti, salari bassi, esportazioni a basso costo e super-profitti quando la Cina si aprì alla fine degli anni ’70. Ma più forte diventa il nucleo socialista della Repubblica Popolare cinese (RPC), maggiore è il suo peso nel mondo e, soprattutto, più forte diventa la Cina tecnologicamente, più Wall Street teme per il suo dominio economico e più il Pentagono teme per il suo dominio militare. E ora la rivoluzione dell’alta tecnologia pone le basi del socialismo internazionale. La borghesia sa che la società che può far avanzare la tecnologia al massimo grado trionferà plasmando il futuro. Questo è il motivo per cui l’imperialismo, guidato dagli Stati Uniti, ha imposto il più stretto blocco sul flusso tecnologico verso l’Unione Sovietica. Ciò fu opera del COCOM, organizzazione informale dei Paesi imperialisti, creata nel 1949 a Parigi. Gli obiettivi principali erano l’URSS e i Paesi socialisti più industrializzati, come la Repubblica democratica tedesca, la Repubblica ceca, ecc. Furono redatti elenchi dettagliati di circa 1500 articoli tecnologici ai quali era vietato l’esportazione in questi Paesi. Marx spiegò che le relazioni socialiste sviluppate dipendono dall’alto grado della produttività del lavoro e dalla conseguente abbondanza disponibile per la popolazione, nella sua “Critica del programma Gotha” del 1875. Tuttavia, come notato da Lenin, la catena dell’imperialismo si spezzò nell’anello debole in Russia, cioè, la rivoluzione ebbe successo nel Paese capitalista più povero e arretrato. Il risultato fu che un sistema sociale avanzato fu istituito su una base materiale insufficiente. Ciò diede origine a molte, molte contraddizioni. I Paesi che i rivoluzionari chiamavano correttamente socialisti in realtà aspiravano davvero al socialismo. Le loro rivoluzioni gettarono le basi del socialismo. Ma blocco imperialista, guerra e sovversione non gli permisero mai di sviluppare liberamente i loro sistemi sociali. Il grande balzo in avanti della tecnologia in Cina oggi può aumentare la produttività del lavoro e rafforzare le basi socialiste. È questo grande balzo in avanti che alimenta la nuova guerra fredda con la Cina e la vera minaccia della guerra calda”.

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