IL DISASTRO DELLA POLITICA, ADDIO REDDITO DI CITTADINANZA

La scorsa settimana ben 169mila famiglie hanno ricevuto un SMS da parte dell’INPS in cui si comunicava la sospensione del reddito di cittadinanza. Stiamo vivendo il tempo in cui è accaduto tutto quello che pensavamo. I dati parlano chiaro, l’Istat poco tempo fa aveva emesso il seguente comunicato: In Italia 5,6 milioni di individui vivono in povertà assoluta, triplicati dal 2005.

Il reddito di cittadinanza ha “salvato” un altro milione di persone. 4 milioni di lavoratori poveri con redditi annui al di sotto dei 12mila euro. L’inflazione aumenta le diseguaglianze.

Una scelta scellerata, secondo noi, si mette il piede sopra la testa ad una persona che sta affondando, nella forma e nella sostanza, che segnala come il governo vuole recuperare economie a danno dei cittadini stremati dalla povertà assoluta, il messaggio è forte e chiaro: “carissimi cittadini arrangiatevi” Altre urgenze incombono: la guerra in Ucraina prima di tutto. E’ lo sconforto di un messaggio detto in un momento di grave tensione sociale dovuta dagli effetti dell’inflazione e dei rincari delle materie prime e del costo della vita.

La cancellazione del reddito di cittadinanza, fa sapere l’On. Josè Marano (M5s) ha generato un clima di incertezza generale, di rassegnazione, ma anche di rabbia quando alla fine del mese centinaia di migliaia di cittadini si troveranno sull’orlo dell’abisso. I dati del Rapporto annuale dell’Istat sulla povertà sono allarmanti, la povertà aumenta e trovare un lavoro non è facile. L’intensità della povertà, senza sussidi, nel 2023 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% precedentemente osservato). A preoccupare è la crescita dei lavoratori poveri, quasi un milione di dipendenti del settore privato percepiscono meno di 8,41 euro all’ora e una retribuzione totale al di sotto di 12mila euro l’anno. L’analisi non considera l’agricoltura (lavoro stagionale), il lavoro domestico e quello occasionale.

L’inflazione farà aumentare le disuguaglianze poiché «la riduzione del potere d’acquisto è particolarmente marcata proprio tra le famiglie con forti vincoli di bilancio» osserva l’On Marano, L’emergenza del governo Meloni, (supporto per la formazione e lavoro) e (assegno di inclusione) appaiono non immediate e insufficienti in uno stato in cui oltre il 24/% dei cittadini risulta essere a rischio esclusione sociale.

Carmelo Santangelo (Ambasciatore dei diritti umani)

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