“IL VIRUS DELLA PAURA” IL LIBRO DEL VIROLOGO GIULIO TARRO CONTRO IL TERRORISMO MEDIATICO SUL COVID19.

Già noto alla fine degli anni 70 per aver affrontato  il cosiddetto male oscuro che colpì Napoli in quegli anni, il virologo messinese Prof. Giulio Tarro, di fama internazionale,  torna a farsi sentire a gran voce in occasione del Covid 19. Apertamente contrariato per le misure adottate dal Governo e dalla cattiva “informazione” mediatica, nel suo libro “Il virus della paura” scritto in collaborazione con Francesco Santoianni, spiega quanto sia controproducente per il sistema sanitario ed economico un ulteriore lockdown facendo un’analisi accurata delle caratteristiche del virus e una statistica dei morti “reali” da covid 19.

 Nella descrizione del libro si legge :

<<Continuano a terrorizzarci annunciando che dovremmo “convivere con il virus”. E così, mentre molti paesi tornano alla piena normalità, in Italia si prevedono mascherine per i bambini a scuola e vaccini per tutti. Lo impongono gli stessi che, pur di farci stare chiusi a casa per mesi, ci hanno terrorizzato raccontandoci di un virus 28 volte più letale di quello che era in Germania e impedendo che si sapesse che, già a marzo, i contagiati in Italia erano milioni. Gli stessi che hanno impedito l’assistenza medica domiciliare obbligando così i malati a morire di infezioni ospedaliere (che, ogni anno in Italia, si portano via 50.000 persone). Gli stessi che hanno trasformato gli Italiani in ipocondriaci e in burattini manovrati da “esperti” in TV. Questo libro, oltre a documentare su aspetti scientifici dell’epidemia (travisati da TV e giornali), analizza le menzogne, le incongruenze, gli errori, le inadempienze, le diffamazioni… che hanno trasformato una emergenza in una ecatombe e che ancora gravano sul nostro futuro>>.

Affermazioni molto forti, una controinformazione che apre nuovi spunti di riflessione su una realtà in cui regna sovrana la confusione non solo d’informazione e di pensiero, ma anche e soprattutto sanitaria. 

L’accento è stato posto anche sul mancato potenziamento della rete di medicina territoriale per curare i pazienti al proprio domicilio e sul modello ospedale-centrico, totalmente fallimentare e disallineato con l’aumento  dei ricoveri. 

In alcune interviste Tarro ha espresso il suo disappunto sul considerare l’asintomatico un “Untore”. Essendo “portatore sano”- sostiene-  ha una bassissima carica virale e pertanto non contagioso e non pericoloso. 

Ha rimarcato inoltre la sua posizione in merito ai vaccini e alle cure. Ne fa una questione politica e non scientifica. Difatti ai microfoni dichiara che “non c’è stato un vaccino per la prima SARS , né per la seconda SARS , ma per questa Sars si arriva a firmare per 400 milioni un vaccino che non esiste ma che dovrebbe esistere. Non si va ad investire con i soldi dei cittadini in questo modo. Anche perché esiste già la Sieroterapia  lavorando sugli anticorpi”, cioè trasfusioni di sangue iperimmune donato da altri pazienti contagiati e guariti dal Covid-19. Il Plasma dunque come rimedio soprattutto per i pazienti più gravi, sarebbe più indicato per un virus RNA.

Valeria Barbagallo

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