Ilaria Facci si racconta. Il progetto “Ti ascolto e ti fotografo” come ricerca di autenticità.
Oggi, 7 gennaio 2024, dalle 15:00 fino al tramonto, alla pescheria a Catania, l’artista Ilaria Facci ha omaggiato la nostra città di un evento insolito; grazie alla proficua collaborazione con l’associazione fotografica Onirica, le anime dei fortuiti avventori si sono offerte per farsi scrutare e dai loro racconti sono nati scatti che hanno il sapore di una scoperta e magari per qualcuno anche di una riscoperta.
La fotografia si è fatta strumento di introspezione ed ha provato ad essere viatico di conoscenza.
In una società votata all’immagine, dove i filtri promuovono verità ovattate, questo progetto cerca di restituire un’autenticità spesso negata.
Un progetto divertente, inaspettato e che dice tanto anche della stessa artista.
Ilaria, quando aveva appena due anni, scopre di avere un tumore alla retina proprio grazie ad una foto scattata dalla madre; alcuni anni dopo è lei ad innamorarsi della forza propulsiva della fotografia e questa verità, taciuta dalla madre, diventa presagio di un destino di salvezza. Solare e diretta, Ilaria sottolinea come non si prenda mai troppo seriamente”, la dimensione del gioco è probabilmente la forma più seria che abbiamo a disposizione per affrontare la vita e questo Ilaria lo ha capito.
Reincontra la fotografia a ventotto anni, in un altro momento difficile della sua esistenza, grazie al regalo di un’amica. All’epoca usava la macchina fotografica solo in funzione del suo lavoro, in un’azienda di moda di Milano, per dare modo ai clienti di capire le sue scelte in fatto di accessori per le diverse modelle.
Ilaria è romana e la sua verve racconta anche la sua romanità, lo intuiamo quando ci dice che la fotografia fu un po’ una risposta ed un po’ la mazzata finale.
“Da quel momento è scattata una rivoluzione dentro di lei… perché ha capito che la vita che stava vivendo non era la sua vita”. Il suo primo amore omosessuale ed un cambiamento di prospettiva catastrofico, l’hanno trasformata nella donna libera che è oggi, perché quello che è diventata è il risultato di un cammino di verità e non ha più sentito la necessità di compiacere nessuna aspettativa sociale.
Il dolore ha visto nella macchina fotografica una via catartica, una rinascita, un modo per scavare dentro e per riconquistare il proprio centro. L’autoscatto è stato un modo per “sperimentare sul proprio corpo”, un modo per fare esperienza di sé.
La fotografia per Ilaria rappresenta un canale espressivo privilegiato, una modalità per imparare ad essere liberi e pienamente sé stessi. Un destino che sembra averla accompagnata da sempre, come un angelo custode che le indica la strada da perseguire, per sostenerla o semplicemente per dare nuovo colore alla sua vita.
Se come artista fotografica ha fatto dell’autoscatto la sua cifra espressiva, Ilaria vende le proprie opere in gallerie presenti a Vicenza ed a New York, e ciò che colpisce è che ama l’umanità in tutte le sue fattispecie; la diversità, per lei, è la misura di una normalità conquistata.
Lontani da stereotipi di facile consumo, dobbiamo imparare ad essere “stereotipi di noi stessi”.
Ilaria ci tiene a sottolineare che a lei non interessa l’estetica del difforme all’Alexander McQueen, a lei interessa raccontare la specifica diversità dell’essere uomini.
Il progetto “ti ascolto, ti fotografo (gratis)” è nato per gioco, passeggiando per un parco a Roma, osservando le fragorose risate di un gruppo di anziani che giocavano a carte; l’intuizione è che potesse essere un modo per assorbire tutta l’umanità di cui era ed è tanto famelica, perché “la macchina fotografica è anche uno specchio ed io diventando lo specchio della persona che ascolto e fotografo, aiuto quella persona a creare un ponte tra lei e sé stessa”. Un modo per imparare ad accettarsi ed amarsi. Scattare significa restituire tutto l’amore che la fotografia le ha regalato. “Questo è amore, è tutto amore”, parole che raccontano un mondo ed un sentire.
La Sicilia l’ha scelta. L’ha scelta dopo tanti anni vissuti a Londra e a seguito di una lunghissima degenza, Ilaria ha regalato ad Ilaria il sole, il mare e la bellezza che tanto le scalda il cuore. Ha dovuto reimparare a camminare ed ha nuovamente aperto la mente verso nuovi orizzonti. Adesso e per lo meno fino a maggio, vivrà a Mondello e noi possiamo solo essere fieri di questa nuova ospite ed amica che sa leggere la spontanea bellezza delle nostre terre.