La poetica storia di Lorenzo Reina, il teatro Andromeda per ritrovarsi ed ascoltarsi.

Foto di Marilena Giorgia Sperlinga

Lorenzo Reina, classe 1960, è un pastore, uno scultore, un artista, ma soprattutto un visionario.

Suo figlio Libero, musicista, raccoglie l’eredità del padre e tramanda con la stessa efficacia la magia di una costruzione che è sintesi di impegno, dedizione e grandissima spiritualità.

Il teatro Andromeda trasmette tutta l’energia creativa di una mente in pace con se stessa che costruisce benessere, attraverso l’uso sapiente delle mani.

Visitare il teatro significa assorbire un’energia spirituale che ci mette in contatto con noi stessi e che ci trasferisce in una dimensione iperuranica che richiama la costellazione a cui la struttura stessa si ispira, la costellazione di Andromeda.

Un volo pindarico che è al confine della nostra anima, ma che all’anima si richiama.

Foto di Marilena Giorgia Sperlinga

Il teatro si trova a Santo Stefano di Quisquinia, provincia di Agrigento, ed è parte di un’azienda agricola in cui, prevalentemente, si allevano asini. Folcloristico trovarli o vederli in prospettiva mentre si affronta, in religioso silenzio, il cammino verso la scoperta del Teatro. Il viale degli spiriti liberi è il sentiero che riconduce il viandante alla versione più autentica di se stesso.

Foto di Marilena Giorgia Sperlinga

La fattoria dell’arte, così si chiama il luogo che accoglie e promuove il teatro, oggi ospita due mostre, ma ciò che colpisce è il modo in cui rappresenti sempre il connubio perfetto fra arte, natura e spiritualità.

Le sculture che si incontrano lungo il cammino, sono lo specchio di un sentire, sono facce e corpi che raccolgono la luce per trasmettere un’idea, che è quella di un’umanità ritrovata.

Foto di Marilena Giorgia Sperlinga
Foto di Marilena Giorgia Sperlinga

Le 108 stelle della costellazione diventano i sedili di un teatro che fa dell’arte arcaica e delle memorie familiari di Lorenzo Reina, un’esperienza di visita indimenticabile.

IL teatro, a mille metri di altitudine, è una creatura che pulsa di vita, che assume sempre nuove prospettive perché, come ogni organismo vivente, è un progetto in costante divenire che racconta di condivisione, un luogo per ritrovarsi e riraccontarsi.

Foto di Marilena Giorgia Sperlinga

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *