L’ITALIA CORRE VERSO LA POVERTA’ ASSOLUTA RINCARI E DISOCCUPAZIONE – APPUNTI AL GOVERNO MELONI

Giorgia Meloni

Non poteva passare inosservata una nota apparsa nei Social condivisa da centinaia di attenti cittadini rivelatesi incazzati. Mamma Meloni appare Forte con i deboli e debole con i forti, il suo Governo non guarda in faccia i consumatori ed evita di tamponare i rincari previsti nel 2023, decidendo di stare a guardare o addirittura far cassa sui consumatori. Dall’1 gennaio, infatti, sono scattati gli aumenti su benzina e gasolio dovuti all’azzeramento dello sconto sulle accise, la maggiorazione delle imposte su sigarette e tabacco, gli incrementi dei pedaggi autostradali, il ritocco del costo dei biglietti dei bus cittadini. E come se non bastasse, l’aumento del 10% delle tariffe Trenitalia, previste dal contratto di servizio di trasporto pubblico offerto ai cittadini siciliani, senza alcun miglioramento dei livelli di qualità del servizio offerto.

Dopo un 2022 segnato da un’inflazione superiore all’8% che si è mangiata una fetta consistente della tredicesima e parte degli stipendi, il 2023 si apre all’insegna dei rincari, una parte dei quali avrebbero potuto essere tamponati o evitati dall’intervento del governo Meloni che, invece, ha preferito inviare armi e aerei in Ucraina, tutelare le grandi squadre di calcio italiani. Il costo della benzina e gasolio andrà ad incidere pesantemente sull’economia delle famiglie, (va ricordato che l’auto è un mezzo di lavoro) e delle imprese e l’aumento di circa 20 centesimi al litro rispetto a fine dicembre, farà ingrassare le casse dello Stato a danno di tutti i consumatori. Ma gli aumenti, purtroppo, non si fermano qui. Sul fronte bollette, se da una parte è stato annunciato un calo del prezzo di riferimento dell’energia elettrica nel primo trimestre dell’anno, la spesa media risulta comunque in aumento del 67%. Altri rincari riguarderanno il recupero immediato del bollo auto scaduto, le medicine, le sigarette, i generi di prima necessità, il costo dell’assicurazione auto degli automobilisti che hanno causato un sinistro con colpa nei 12 mesi precedenti. Infine, anche chi è in affitto rischia anche di dover pagare di più al padrone di casa. Se quest’ultimo non ha scelto la cedolare secca, infatti, il contratto di solito prevede un aggiornamento annuale del canone sulla base dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). L’indice medio annuo è stato pubblicato il 17 gennaio 2023 ma già a novembre aveva toccato l’11,5%. C’è da augurarsi un buon 2023 e tanti auguri al governo Meloni, che Dio ci salvi di quel tanto di buono che c’è stato dai governi precedenti grazie alle battaglie ideologiche contro tutto ciò che la Costituzione garantisce al popolo Italiano: Sovranità, Dignità, Lavoro, Libertà e Pace

Carmelo Santangelo

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