MARTA CARTABIA , UNA DONNA ALLA GUIDA DELLA RICOSTRUZIONE DELLA MAGISTRATURA.
È la Guardasigilli Marta Cartabia, il punto di svolta della magistratura. È tempo di ricostruire e soprattutto occorre restituire fiducia ai cittadini. Garantista costituzionale, Presidente emerita della Consulta, ha tutte le Carte in regola per lavorare ad una nuova fase dell’era giudiziale.
Presente in questa sfida il Presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia, anche lui un grande garantista e uomo di grande cultura. Le sue idee sono ben chiare soprattutto sui temi caldi della “prescrizione”, della pena come rieducazione, come recita l’articolo 27 della costituzione che difatti dovrebbe essere il perno della riforma penitenziaria. Per lui la Ministra sarà davvero una mano d’aiuto e un punto di riferimento essenziale per questa fase delicata.
Molti punti in comune che gettano le basi di un cambiamento. Una Magistratura che si apre alle cosiddette “voci di fuori”. Un’apertura verso l’esterno, verso la società civile, verso gli “amici curiae” che potranno entrare nei giudizi e potranno avere l’accesso agli atti. Una rivoluzione senza precedenti in Italia, che allarga i suoi confini oltre l’area perimetrale della Corte estendendola a tutti quei soggetti giuridici portatori di interessi collettivi e senza scopo di lucro. Già questo modello aperto è presente in alcune Corti estere, dove intervengono Autority garanti della collettività. In Italia queste possono essere rappresentate da Enti come Confindustria, i Sindacati, l’Anci, il Garante dei detenuti, esperti di chiara fama. Un’altra novità è rappresentata dalle parti del giudizio. Infatti, nei giudizi in via incidentale nei processi civili, penali o amministrativi, potranno prendere parte soggetti terzi che siano titolari di un interesse qualificato afferente in modo diretto a quel giudizio.
Sulla questione della prescrizione, che secondo la riforma Bonafede, viene di fatto bloccata dopo il primo grado di giudizio, la sua posizione non è di correre ad una controriforma ma di regolamentarla in seno alla riforma del processo penale. Dunque nessuna fretta per il momento, anche perché gli effetti non sarebbero immediati e nel frattempo si provvederebbe a migliorare tutto l’assetto giudiziario.