NELLE SCUOLE UN’AIUOLA DI GIRASOLI CONTRO LA CRIMINALITÀ MINORILE, PER INSTILLARE IL VALORE DELLA GIUSTIZIA ED ESSERE “LIBERI DI SCEGLIERE”
’I.I.S. MARCONI –MANGANO DI CATANIA PIONIERE DEL PROGETTO.
Anche stavolta l’I.I.S. Marconi-Mangano di Catania si è contraddistinto per aver accolto il fiore della legalità, per antonomasia il Girasole. Il progetto “l’Aiuola della legalità” promosso da Michele Mirabella, vice presidente provinciale della Ferderfiori di Catania, è stato esteso su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di instillare fiducia nelle Istituzioni, soprattutto dopo i noti casi di malagiustizia che hanno indebolito la figura del magistrato e ancor più le aspettative nella giustizia italiana.
Il progetto è stato pensato oltre che per gli spazi pubblici delle città italiane, anche per le scuole come simbolo della prevenzione e della lotta contro la criminalità minorile che negli ultimi tempi ha registrato numerosi ingressi di manovalanza, perfino di fasce di età non imputabili. L’I.I.S. Marconi-Mangano ha aderito all’iniziativa e sarà la prima scuola in tutta Italia a piantare i Girasoli.
La città metropolitana di Catania, registra annualmente percentuali di devianza, criminalità e dispersione scolastica molto rilevanti, quasi al pari di intere regioni del centro-nord. A nulla sono valse le ubicazioni delle scuole nella gran parte delle zone a rischio della città, se poi non si è provveduto a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale[…]che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, così come recita l’articolo 3 comma 2 della Costituzione.
Ancora oggi Catania è vittima di una sub cultura rimasta ferma ad uno stato di torpore e di inefficace gestione amministrativa.
PERÒ CATANIA UN’OCCASIONE PUÒ AVERLA.
Anzi già ce l’ha. Se sbaglia a giocarsela per ragazzi non ci sarà futuro. Non si tratta solo di “parlare di legalità”, serve a poco, si tratta di agire efficacemente, di rimuovere quegli “ostacoli”. L’Occasione ha un nome, si chiama Roberto Di Bella, è il Presidente del Tribunale dei Minori di Catania e già a pochi mesi dal suo insediamento, ha dato una speranza di ripresa. Il suo famoso progetto Liberi di Scegliere, ha salvato 80 minori e 25 mamme dalla mafia calabrese, restituendo loro la libertà e una vita alternativa. Da poche settimane è stato siglato un Accordo per la città di Catania tra tutte le Istituzioni per contrastare concretamente la devianza minorile e la criminalità organizzata, grazie al collaudato sodalizio tra Di Bella ed il Prefetto Claudio Sammartino, che già negli anni precedenti in Calabria aveva riscosso ottimi risultati nella lotta alla ndrangheta.
Le scuole, in tutto questo, dovranno fare la loro parte non solo con la prevenzione ma anche con le segnalazioni di dispersione scolastica e atti criminali, tra questi anche il bullismo.
I RAGAZZI DEL MARCONI.
Il Dott. Di Bella lo scorso 12 Febbraio ha incontrato gli studenti dell’I.I.S. Marconi. Mangano in presenza. Per motivi di sicurezza sanitaria nell’aula magna erano presenti 2 classi mentre gli altri studenti hanno seguito via web, via radio e sui social le parole commoventi del Presidente. Ha raccontato la sua esperienza in Calabria e le storie di crimini violenti commessi da ragazzi della loro età. Ha spiegato il fenomeno della ‘ndrangheta, dell’odio verso le istituzioni, di un circuito di droga e di omicidi tramandati da padri in figli. Ha raccontato cosa lo ha spinto ad avere il coraggio di interrompere quella tradizione familiare dove non esiste il pentitismo e dove chi prova ad uscirne incontra il disprezzo e la ferocia omicida degli stessi genitori o fratelli.
I ragazzi, che avevano già visto il film Liberi di Scegliere, hanno trovato risposte stimolanti alle domande rivolte al Presidente: se avesse mai avuto paura delle minacce, se anche le donne fossero protagoniste nella ndrangheta e se fosse riuscito a far cambiare strada anche a gruppi di ragazzi, che normalmente in coalizione agiscono diversamente di quando sono soli.
Già, alcuni studenti, dagli incontri precedenti, avevano elaborato dei temi, da cui sono emersi aspetti sorprendenti, sia di critica al fenomeno criminale sia di esperienze di amici coinvolti in consumo di droga, giusto per vivere esperienze “diverse”.
Anche quest’ultimo è un fenomeno dilagante tra i giovani, campanello d’allarme di una società giovanile spesso trascurata dalla famiglia e troppo influenzata da modelli mediatici negativi, in cui i disvalori e l’edonismo diventano target di tendenza in cui il crimine e la devianza trovano terreno fertile.