PRESIDE DI ADRANO ARROGANTE E NON SI VERGOGNA

Il caso della scuola verga di Adrano al vaglio del Provveditore di Catania e dell’assessorato P.I. di Palermo

L’eco suscitato dagli irregolari comportamenti continuati nel tempo, presunti o corretti, a danno dei docenti della Scuola Verga di Adrano, prodotti dal Dirigente scolastico Prof. Vincenzo Spinella, il caso trattato dalla stampa locale, ha scatenato la protesta dei sindacati di categoria in segno di solidarietà agli insegnanti che da tempo lavorano in uno stato di disagio fisico, morale e psicologico. L’incontro tenutosi nei giorni scorsi tra il provveditore agli studi di Catania e le quattro rappresentanze provinciali dei sindacati del comparto scuola (FGU Gilda UNAMS, UIL Scuola, Snals CONFSAL, FLC Cgil), che hanno portato sul tavolo delle istituzioni della scuola le testimonianze dei docenti, genitori e alunni dell’istituto, i comportamenti anomali del dirigente a danno degli operatori dell’istruzioni minorile. 

Nel comunicato stampa redatto dalle segreterie dei sindacati anzidetti si legge: 

“La revoca dell’incarico agli undici commissari interni del liceo Giovanni Verga – Petronio di Adrano, avvenuta alla vigilia degli esami di Stato a seguito di un provvedimento del dirigente scolastico, è un caso rimasto senza soluzione. I docenti vennero ritenuti colpevoli di non aver usato la piattaforma della scuola per la DAD, un sistema tecnologico che aveva generato problemi e disagi, tempestivamente segnalati da insegnanti, genitori e alunni, ma sottaciuti e senza riscontro dal dirigente, che per tutta risposta ha emesso provvedimenti disciplinari, al punto che, ha messo sul piede di guerra le organizzazioni sindacali.

 Al Provveditore di Catania, dottor Emilio Grasso, è stato consegnato un dossier di oltre 200 pagine, contenente atti prodotti dal dirigente scolastico e considerati illegittimi dai sindacati.

Tra i passaggi controversi, la dimostrazione che già nei primi mesi dell’anno il Collegio dei docenti, composto da circa 90 insegnanti, è stato colpito da 55 provvedimenti disciplinari. Un numero straordinario di sanzioni, buona parte delle quali legate al malfunzionamento della piattaforma utilizzata dalla scuola per la Dad, rimpiazzata tempestivamente dagli insegnanti a proprie spese per garantire l’efficacia dello strumento di apprendimento. L’ultimo atto della lunga serie di azioni sanzionatorie del dirigente scolastico è stato poi la revoca dell’incarico agli undici commissari interni del liceo, avvenuta proprio alla vigilia degli esami di Stato.

Il caso del liceo Verga – Petronio di Adrano, visto i silenzi e le omissioni in risposta ella vertenza dei sindacati, quest’ultimi si trasferiscono con una marcia dimostrativa a Palermo, nella sede dell’Ufficio regionale scolastico, Sarà sollecitato l’intervento del direttore Suraniti, chiamato a prendere una decisione che porti alla sostituzione del dirigente scolastico Enzo Spinella o al trasferimento dei professori per incompatibilità ambientale.

  “La vicenda del caso Verga di Adrano, è dimostrato che il sistema Dad non funziona – rileva Giorgio La Placa, coordinatore provinciale di Gilda Catania – Il Dirigente non può vestire simultaneamente i ruoli di pubblico ministero e di giudice per poi emettere la sentenza. È molto più corretto dare vita ad un organo di giudizio autonomo come il Consiglio superiore della docenza, eletto dal Collegio dei docenti. Inoltre, sarebbe opportuno valutare la figura del dirigente scolastico seguendo il modello dell’università, con il preside eletto all’interno dello stesso Collegio. Con la pandemia, – conclude La Placa – è stato più frequente il comportamento di dirigenti che hanno abusato della propria autorità, privando della giusta dignità la figura dell’insegnante”.

Ndr. Va subito chiarito che il comportamento vessatorio nei confronti dei dipendenti è un fenomeno illegale, inizia con l’individuazione della vittima che, la maggior parte delle volte è un lavoratore brillante. Lo step successivo è proprio l’insorgenza del conflitto mirato che si manifesta quando si attribuiscono alla vittima errori, ritardi, imperfezioni dell’intera organizzazione lavorativa.

Pertanto, si procede con l’aggredire o l’attaccare il lavoratore con insulti, provocazioni, rimproveri e provvedimenti disciplinari, persino alla sospensione dello stipendio. Successivamente, si passa ad isolare la vittima, la quale poi comincia a sviluppare i primi segni di cedimento dell’equilibrio psicofisico (insonnia, tremore alle gambe, nervosismo, attacchi di panico, totale sfiducia nelle proprie capacità, perdita della sfera cognitiva, ecc.). A questo punto, il lavoratore vessato inizia ad assentarsi dal posto di lavoro e ciò non fa altro che danneggiare ulteriormente se stesso.

Carmelo Santangelo

Giornalista

Ambasciatore dei diritti umani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *