La sconfitta di Annibale

È il 218 a.c quando Annibale decide di lasciare la penisola Iberica e marciare alla volta di Roma con 90.000 fanti, 12.000 cavalieri e 37 elefanti.

Il piano prevedeva di raggruppare alleati durante il tragitto puntando sul malcontento delle tribù da poco conquistate da Roma che ancora avevano idee di rivolta e libertà.

Non fu così in realtà e dopo la famosa traversata delle Alpi dovette , raggiunta la Liguria, farsi strada con le armi perdendo 7.000 soldati. Si scontrò con le legioni di Roma in diverse battaglie dove ebbe sempre la meglio.

Roma era ancora ancorata al sistema di combattimento a falange, l‘ esercito veniva schierato a file compatte che avanzavano e si muovevano all‘ unisono , Annibale no, aveva un sistema di combattimento del tutto innovativo, utilizzava piccoli gruppi di milizie che in autonomia attaccavano, si nascondevano, facevano brevi e veloci incursioni, tranelli e trabocchetti, Roma era al tappeto.

Avvicinatosi alla città il grido di Annibale è alle porte rimase nell‘ immaginario collettivo per così tanto tempo che verrà utilizzato anche in seguito per indicare una sciagura imminente .

Il numero dei soldati morti era talmente tanto elevato che il senato riunitosi in seduta straordinaria emanò un decreto che impediva alle madri e alle vedove di piangere in città per eliminare quell‘ aura funebre che aveva preso il sopravvento su tutto.

Ma Annibale non assediò Roma e qua li storici si dibattono sui perché . L‘ ipotesi più accreditata sarebbe quella di credere che anche da parte di Cartagine le perdite erano tate numerose, l‘ esercito di Annibale era diminuito e non avrebbe resistito esso stesso ad un assedio. Annibale decide quindi di procedere verso il sud italia e svernare a Capua vista l‘ impossibilità di ricevere aiuti da Cartagine a causa del blocco navale organizzato da Roma.

La guerra cambia quando Scipione l‘ Africano viene inviato a riconquistare la Spagna dove vincerà per decidere poi di attaccare direttamente Cartagine. Nel 203 a.c. Annibale viene richiamato in patria dopo 34 anni dalla sua partenza da ragazzo al fianco del padre.

Nel 202 a.c. Roma e Annibale si scontrano ancora una volta nella battaglia di Zama dove Scipione ha la meglio, Cartagine chiede una tregua e dopo 15 anni di distruzioni, battaglie e cumuli di cadaveri Roma e Cartagine stipulano un trattato di pace della durata di tre mesi, Cartagine ha la peggio sulle condizioni accordate ma riesce ad ottenere che Roma lasci l‘ Africa in massimo 5 mesi.

La seconda guerra punica conta 400 città distrutte e circa 300.000 morti o dispersi. Annibale ricoprirà successivamente cariche pubbliche a Cartagine che non gli perdonerà mai però di non aver attaccato e assediato Roma, Annibale sceglierà l‘ esilio volontario errando da una corte all‘ altra e sempre braccato dai Romani.

Morirà suicida in Libia bevendo il veleno che da tempo aveva conservato e che portava sempre con se rendendo veritiero l‘ oracolo che in giovane età gli aveva predetto: una zolla Libica ricoprirà le tue ossa.

Emanuele Pinto

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