Storie di vita e sfumature intense di un vissuto che palpita: Riscatto, l’opera prima di Federico Bianca
Abbiamo avuto modo di approfondire impressioni e sensazioni con l’autore del libro “Riscatti”, Federico Bianca.
L’autore, pur avendo già nel suo curriculum pubblicazioni accademiche, si cimenta per la prima volta in un’opera di narrativa. Una scommessa che ha il sapore di una vittoria sicura.
L’impressione quando si leggono i racconti è che la tinta noir, a tratti preponderante, permetta ai personaggi di reclamare il diritto o la volontà di riscattarsi; un viaggio fra le insidie dell’anima che invoglia a passare al racconto successivo.
Ci si chiede cosa ispiri l’autore ed è lui che ci aiuta a cogliere come un’immagine, una scena, un dialogo, una sequenza possano essere l’incipit per avviare un percorso di conoscenza. Un nucleo fondante, da scoprire ed approfondire.
Per Federico Bianca “da quel nucleo, si procede a ritroso e in avanti, per creare una storia coerente, con gli altri personaggi, inizio, svolgimento e scioglimento finale”. L’autore si richiama a genere diversi, marcatamente noir oppure più vicini al mondo anglosassone o a quello delle sue origini, della sua Sicilia.
Le tinte che lo scritto assume sono cromaticamente differenti, fino alla drammaticità più pura.
I personaggi che si susseguono sono molti, talmente tanti e fra loro diversi che è sembrato naturale chiedergli a quale si sentisse maggiormente vicino e soprattutto per quale ragione.
La risposta dell’autore ha confermato quella che era un’intuizione condivisa, è lui a dirci di essere davvero legato, in un modo o nell’altro, ai suoi personaggi e alle loro storie, sedici in totale. Federico Bianca sottolinea, fra il serio ed il faceto, “Sono tutte mie creature, in fondo!”
Per quanto ogni figlio sia sempre oggetto d’amore per il genitore, esistono sempre delle latenti preferenze, delle caratteristiche che, anche solo a momenti o parzialmente, ci fanno protendere per l’uno oppure per l’altro.
Anche in questo caso l’autore non nasconde di assumere una particolare benevolenza nei confronti dell’avvocato Russo de “Il consulto” (che lui immagina con le fattezze di Toni Servillo, n.d.r.) ed anche per il buono e ingenuo padre Martin de “La sindrome di Okinawa”, per il regista Piatti de “Una trasmissione altamente educativa” ed infine guarda con affetto e comprensione umana al Franz Beck de “In confidenza col diavolo” e al don Calò di “Sole a picco”, il racconto più breve della raccolta, forse il figlio più piccolo che si ama di più perché necessita di protezione.
“Mi piace il piccolo “western metropolitano” che dà il titolo alla raccolta, al protagonista Smith e al suo antagonista Hughes. Soprattutto, provo simpatia e tenerezza per il dottor Goodman de “Una chiamata d’emergenza”. Mi è piaciuto immedesimarmi, immaginare le loro avventure, esprimere, grazie ad essi, dettagli e particolari a me cari”.
Parole che trasudano un lavoro di ricerca ed una soddisfazione per il risultato, lui stesso ci dice che “grazie al prezioso lavoro di editing del Dottor Antonio Celano e alla bellissima introduzione di Marilina Giaquinta. Grazie a loro, il libro ha visto la luce, nella sua migliore forma possibile”. Una gratitudine che nasconde modestia, ma che rimanda a valori spesso troppo trascurati.
Il titolo, emblematico nella sua ambivalenza, assume nella visione dell’autore una connotazione positiva, perché è senz’altro vero che, per Federico Bianca, “il libro è un’occasione di riscatto personale, una rivincita, la possibilità di dedicarsi all’ attività più importante e gratificante!”
Il lettore è l’alter ego silente a cui ogni scrittore fa riferimento e l’autore si augura che il suo scritto, frutto di gioia e che ha generato universi labirintici in cui perdersi, “possa rendere possibile condividere, almeno in parte, il piacere che ho provato io nel creare i racconti”.
La chiacchierata si è conclusa con una breve panoramica sui progetti futuri e parlando dei suoi progetti più imminenti, l’anno prossimo dovrebbe vedere la luce il suo romanzo d’esordio, il cui titolo provvisorio è “Judith”, ambientato nella Hollywood degli anni Cinquanta. L’autore specifica che non si tratta di un libro sul cinema ma su personaggi che condividono quel mondo. L’idea di Federico Bianca è di approfondire anche le opere di Pitré dedicate al nostro Folklore, con la speranza di sviluppare aspetti di quel “gotico siciliano” cui il racconto “Sole a picco” si ispira.
Prospettive interessanti e nuovi progetti che hanno lo stesso gusto di sfida e scoperta che “Riscatti” ci ha regalato. In gergo giovanile si direbbe Stay Tuned.