“TINTAZIONI”di Orazio Minnella

E’ difficile che ai giorni nostri, con tutte le diavolerie elettroniche in possesso, un adolescente si rivolga alla ragazza che gli ha rapito il cuore con una dichiarazione d’amore.

Nel terzo millennio sono scomparsi le lettere bagnate di gocce di lacrime, il pennino e l’inchiostro.

Sono scomparsi pure i menestrelli che, accompagnati da una chitarra, cantavano struggenti canzoni d’amore sotto il balcone dell’amata, con il pericolo di una secchiata di gelida acqua.

Sono scomparsi pure i telefoni a gettone che sul più bello ti mandavano un segnale inequivocabile: tu-tu-tu se ancor vuoi parlar altri gettoni devi mettere.

Era un mondo a parte quello dei giovani innamorati: fatto di sguardi e sospiri, di frasi pensate e mai dette, di battiti di cuore e atroci sofferenze, di nottate insonni e desideri incompiuti.

Il poeta Ignazio Minnela ha immaginato una scena in cui una sera un giovane incantato dalla bellezza degli occhi della sua innamorata si dichiara in questo modo: Stiddi splinnenti ca luciunu ogni sira ‘ntra ‘n’universu di grigia materia, quann’è ca ju li viu mi veni lu disiu, si sciogghi ‘ntra di mia la Siberia, lu pettu non rispira e tu mi tenti. Antonio Sozzi

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