Il Torrone
Natale è alle porte.
Passeggiando per le strade si respira aria di festa, le luci, gli addobbi, i mille babbo natale in giro,
I banconi dei mercati si vestono a festa, le tavole vengono invase da dolci e leccornie.
Fra Struffoli, Pandori, Panettoni e altre delizie, fa capolino il Torrone.
Che sia quello classico bianco oppure quello più moderno, al cioccolato, non può mancare sui deschi addobbati delle feste.
Le origine del torrone, almeno quelle scritte, le troviamo in Spagna.
Le origini reali lo fanno discendere da un dolce Arabo, che però, è più somigliante ad un croccante.
Per conoscerlo meglio, se mai c’è ne fosse bisogno, iniziamo col descrivere come è fatto.
Il torrone si prepara con Miele, Frutta secca (nocciole, mandorle, noci) ed albume d’uovo.
La storia ci dice che era conosciuto già dagli antichi romani, se ne trova traccia in alcuni scritti di Tito Livio.
Le traccie successive, le troviamo datate XI secolo e sono nel trattato “De Medicinis et Cibis Semplecibus” dove è chiamato “Turun”.
La sua diffusione tocca maggiormente la Spagna, la Francia e l’Italia.
In Italia le sue “patrie” sono almeno 3
La prima è Benevento, qui il Torrone è conosciuto già dall’epoca dei Sanniti. Secondo alcuni studiosi, questo dolce era conosciuto e preparato nel Sannio già nel I secolo d.C. E veniva chiamato Cupedia, vocabolo simile al latino Cuppedia ovvero bocconcino.
La seconda capitale è Cremona, qui il Torrone lo troviamo dal ‘400, fu servito al banchetto di nozze fra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.
Venne modellato sulla torre campanaria della città chiamata appunto Torrazzo e secondo la tradizione Cremonese, il nome deriverebbe da li.
Il nome Torrone, associato a Cremona, lo troviamo in dei documenti del ‘500 del comune di Milano.
La terza patria ma, non meno importante delle altre, è la Sardegna.
Negli archivi storici di Cagliari, troviamo dei documenti che certificano il commercio del Torrone in Sardegna già nel ‘600.
Nel ‘800 nella zona di Aritzo si specificava che la maggior parte del miele prodotto, doveva essere utilizzato per la produzione del Torrone.
All’inizio del ‘900, nella setta zona dell’entroterra sardo, si contavano quasi un centinaio di licenze di venditori di torrone.
I paesi di Aritzo e di Tonara si contendono fama e mercato del torrone da sempre.
Nella provincia Nissena, in Sicilia, si produce la Cubaita (Torrone Siciliano), i Turrunari siciliani lo preparano con pistacchi, mandorle e miele.
Nel corso dei secoli al torrone classico si sono aggiunte delle varianti, alcune delle quali sono oramai dei classici come Il Torrone del Papa, Il Perfetto d’Amore, l’Alicante, l’Ingranito.
Il mio torrone preferito è senza dubbio quello bianco friabile con sole nocciole.
Il vostro qual’è?
Buone feste a tutti