IL PRESEPE DI NATALE, FASCINO, FEDE E CULTURA

La novena di Natale inizia il 16 dicembre e si conclude il giorno della vigilia, culminando con la messa della notte che annuncia la nascita del Bambino Gesù. Canti tradizionali – Curriti pasturi nun dumiti cchiù, non viriti ca nasciu u Signuri Gesù?

 La Novena richiama i nove mesi della gestazione del Signore nel Grembo di Maria, opera Pia dello Spirito Santo, è raffigurato dalla Sacra famiglia, simbolo dell’umanità Cristiana. Tantissimi sono i presepi costruiti nelle chiese Cristiane ed altrettanto nelle case private, dove ognuno si sbizzarrisce nelle proprie fantasie tra fascino, costume, tradizione, storia, cultura e fede, è gioia ricostruire antichi mestieri, pascoli, Re Magi, Mulini a Vento, corsi d’acqua, e al centro di tutto la“ capanna”, simbolo di rinascita spirituale, di accoglienza, di amore evangelico, di famiglia cristiana con Gesù Bambino, San Giuseppe, Maria, il bue e l’asinello.

Ci troviamo ad Adrano, (madre patria dello scrivente), accolti in casa della Signora Neri, operosa madre di famiglia, ci mostra il suo mega presepe, uno dei più visitati presepi del paese. 

“A causa delle restrizioni da coronavirus emanate dal Governo, quest’anno abbiamo chiuso le visite e la tradizionale sonata della “Ciaramedda” racconta la signora Neri. In verità lo stato d’animo non è delle migliori e quasi ero decisa a rinunciare, ma i miei nipotini me lo hanno chiesto a forza di costruire il loro presepe, non gli ho potuto dire di no, dicono che è suo perché gli dicono le loro preghiere per non lasciare soli tutti i bambini del mondo che non hanno niente o sono ricoverati in ospedali, o che qualcosa le ha privati dagli affetti del papà o della mamma, in questo periodo ci rimane la voglia di giocare con loro, fare un girotondo. 

E poi la signora Neri ci spiega il senso che ha voluto esprimere, “il cielo pieno di stelle” che rappresenta non soltanto la notte di Natale, ma ogni stella rappresenta ogni persona che avrebbe voluto godersi i nostri presepi, i nostri abbracci, la nostra vicinanza, ma che il loro destino è stato fatale, si accontentano di guardarci da lassù ed ascoltare la musica dei loro Angeli. 

Il nostro auspicio – così conclude l’intervista la Signora Neri – è che presto finirà il tormentoso senso di essere contagiati, che ogni essere umano possa godere questa rinascita di bontà e di amore e di fraterna amicizia tra i popoli di tutto il mondo. 

Carmelo Santangelo

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