Zafferana Etnea

Chiesa Madre Zafferana Etnea

Situato alle pendici orientali dell’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, il comune di Zafferana si trova a circa 574 metri sopra il livello del mare e nel suo territorio rientrano le tre grandi valli che, secondo ipotesi accreditate, rappresentano la testimonianza della sequenza dell’origine del vulcano: la Valle del Bove, la Val Calanna e la Valle San Giacomo.

Sull’origine del nome di questo paese le supposizioni sono diverse: una è che il nome derivi dal termine arabo “za faran” che vuol dire giallo, per l’abbondanza dei giunchi e delle ginestre che si trovano nei boschi del territorio; un’altra è che derivi da altro termine arabo che vuol dire, invece, fischio del vento o contrada ricchissima d’acqua; ma la più attendibile pare essere quella dell’economista Gerolamo Boccardo secondo cui il nome deriverebbe dalla coltivazione dello zafferano, che era la principale fonte di ricchezza del paese. Ad avvalorare tale ipotesi, è il quadro della Madonna della Provvidenza, realizzato nel 1838 da Giuseppe Rapisardi e custodito nella chiesa madre locale, in cui è evidente la presenza di un vaso con fiori di zafferano.


Oggi, invece, l’economia zafferanese si basa essenzialmente sulla pastorizia, la produzione di vino e l’apicoltura. Grazie alla presenza dei vasti pascoli erbosi durante tutto il corso dell’anno, infatti, l’allevamento degli ovini ha sempre costituito una risorsa fondamentale e molte delle numerose aziende casearie presenti sul territorio sono anche divenute prestigiose marche commerciali come la nota Zappalà.
La produzione del vino, poi, si avvale degli ottimi terreni vulcanici alle pendici dell’Etna, che donano alle uve locali caratteristiche organolettiche pregevoli che hanno consentito l’attribuzione al vino Etna del marchio DOC. Molte sono le aziende vinicole che producono ottimi vini da vitigni per lo più di nerello mascalese e carricante.
Ma è il miele, considerato l’oro dell’Etna, la principale fonte di reddito per la popolazione. Con quasi ottocento apicoltori, Zafferana vanta la produzione del 15% circa del miele nazionale, con varietà di prodotto che vanno dal millefiori all’arancio, dall’eucalipto al castagno. Gli apicoltori zafferanesi, detti “i lapari” iniziarono questa attività più o meno nel 1920 quando sperimentarono questo mestiere e lo trasformarono in una vera e propria arte. Oggi il miele di Zafferana è rinomato in tutta Italia; correntemente utilizzato per la preparazione di dolci e pietanze tipiche è ottimo anche per le sue proprietà curative (a seconda del tipo lassative, contro la tosse, il raffreddore, ecc.).

Piazza


La storia di questo comune risale al tempo dell’occupazione romana, quando il piccolo comune fungeva da importante asse viario tra la città di Tauromenium a quella di Katane, costituendo un percorso alternativo alla via Consolare Valeria, sul litorale jonico. Questa strada consentiva lo spostamento dei soldati in tutta sicurezza, al riparo dagli attacchi nemici; inoltre, permetteva di raggiungere i boschi, la cui legna veniva utilizzata per la costruzione delle navi.
L’abitato, adagiato in una vallata e disposto in lunghezza parallelamente alla costa jonica, sul cui mare si affaccia come una terrazza, deve invece le sue origini alla fondazione del Priorato di San Giacomo, un monastero benedettino di cui si hanno notizie certe solo a partire dal 1387. La vita monastica nel Priorato finì nel 1464, ma la chiesa rimase aperta al culto fino almeno al 1677; si pensa che venne probabilmente distrutta dal terremoto del 1693. Il 21 settembre 1826, un decreto di Francesco I dispose che i quartieri Zafarana Etnea, Sarro, Rocca d’Api, Bongiardo e Pisano distaccandosi dai comuni di Trecastagni, Viagrande ed Aci SS. Antonio e Filippo, formassero un nuovo comune, dal nome di Zafarana Etnea, poi Zafferana Etnea; a questa nuova area si unirono in seguito le frazioni di Fleri e Petrulli.

La Chiesa Madre della Provvidenza è il monumento storico più importante della città ed al suo interno conserva diverse opere pittoriche di Giuseppe Sciuti, artista zafferanese. Il prospetto della chiesa, realizzato nel XX secolo, è in pietra bianca di Siracusa. Sebbene, infatti, la costruzione ebbe inizio nel 1731, dopo i molteplici terremoti che hanno caratterizzato l’area, la chiesa è stata più volte danneggiata e ricostruita. Tanti sono, inoltre, i capitelli votivi eretti dalla cittadinanza e sparsi sul territorio comunale di Zafferana, spesso volti a celebrare una scampata tragedia a seguito di un eruzione. Di particolare importanza religiosa e culturale è il capitello dedicato alla Madonna della Provvidenza, edificato nel 1861. Anche il palazzo del Municipio merita particolare attenzione: un gradevole esempio di stile liberty, con cornicione merlato e inserti floreali e una monumentale scalinata a doppia rampa dell’interno. Sopra il balcone d’onore, uno stucco riprende lo stemma comunale, posto sopra un medaglione su cui è dipinta l’Etna in eruzione e nelle sue sale sono custodite e conservate altre due importanti opere del pittore Giuseppe Sciuti.
A Zafferana vale anche la pena visitare la monumentale Villa Manganelli, costruita tra il XIX e il XX secolo secondo lo stile tipico della Secessione viennese; appartenuta alla famiglia nobile dei Paternò-Manganelli, di origini catanesi, oggi è di proprietà di proprietà dell’Ente Parco dell’Etna.
Infine, nel Parco Comunale, oltre al giardino, rappresentato da un intricato percorso di aiuole, arricchite da notevoli esemplari di rose, ortensie, camelie, pini e magnolie, svetta la Villa dei principi Marano; ancora un’aristocratica palazzina in stile liberty, appartenuta ai discendenti del ramo siciliano dei principi Caracciolo di Marano e oggi sede della Biblioteca Comunale. Nei pressi della palazzina, si trova la voliera, anch’essa in stile liberty, e il ‘Viale degli Uomini Illustri’, simile a quello allestito presso il Giardino Bellini di Catania, con i busti dei personaggi che hanno fatto la storia della città.
Imperdibile anche l’Ottobrata zafferanese, un evento fieristico-culturale che si svolge tutte le domeniche del mese di ottobre nel centro storico del paese.

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