OMAGGIO A BENEDETTO XVI, PAPA EMERITO

Alla notizia della morte di Benedetto XVI, scrivo a voi cattolici che, come un’eco, possa raggiungere le varie comunità cristiane. Lo ha scritto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, lo scopo è quello di raggiungere tutte quelle anime che ha attirato a se, Papa Joseph Ratzinger con la fragranza delle sue eroiche virtù e particolarmente con la fortezza d’animo per sopportare tante contraddizioni che ebbero poi termine con le sue dimissioni. Il messaggio è diretto ai sacerdoti e ai diaconi della sua Diocesi. Nell’apprendere la notizia del ritorno alla Casa del Padre del Papa emerito Benedetto XVI, continua Mons. Maffeis ho dato disposizione ai parroci affinché “in tutte le celebrazioni di sabato 31 dicembre e domenica 1° gennaio, si inserisca la seguente intenzione nella Preghiera universale: ‘Signore, nel ringraziarti per il dono di Papa Benedetto XVI, che ha presieduto nella carità la tua Chiesa, ti chiediamo di offrirgli la giusta ricompensa promessa ai fedeli operai del Vangelo, rendendolo partecipe della liturgia del Cielo. Preghiamo’”.

 “MI DIMETTO PER IL BENE DELLA CHIESA” Queste le ultime parole del Papa Benedetto xv1 prima delle sue dimissioni. Egli dal 31 dicembre 2022 riposa nella misericordia di Gesù Cristo, a cui ha consacrato tutta la sua vita e la sua missione. Ha servito la verità, ne è stato ricercatore umile, coraggioso e appassionato del Vangelo; Egli è di sprone a chi in questo momento soffre e combatte per la vita, per i poveri senza lavoro, per i senza tetto, per chi vive la sua solitudine.

Dopo le sue dimissione in tanti abbiamo pensato a quelle parole, a quanto male, di cui ne era venuto a conoscenza custodiva in cuor suo. “Mi dimetto per il bene della chiesa” se avesse denunciato, quello che si è saputo dopo (pedofilia e manipolazione nei conti della cassa del Vaticano) sarebbe stato uno scandalo che mortificava l’immagine della chiesa. Ha preferito chiudersi nella sua solitudine. Le sue battaglie sono state molteplici, azioni di cui è stato appassionato protagonista e sostenitore, spesso inascoltato e incompreso. Si ricordano la centralità della dignità umana, il significato della libertà, la grandezza dell’amore: quello di Dio e quello dell’uomo, inscindibilmente uniti. È grazie anche alla testimonianza di quest’uomo fragile e forte, che possiamo guardare avanti con fiducia che il Signore cammina con noi e ci avvolge della sua bontà. Lo abbiamo capito ora che non c’è più Benedetto xv1, la sua dottrina, la sua brillante biografia rispolverata e rivelata al mondo intero.

Dai giornali di oggi qualcuno incalza i dissidenti, indottrinati dalle politiche antisociali “Non lo avete mai amato. E forse non lo avete mai capito. Lo dimostrano i fatti, le leggi contro la morale cristiana promulgate a tutti costi, là si leggono nelle agenzie di stampa, più concentrate sulla scelta di dimettersi che su quanto ha fatto in otto anni di pontificato. Nei messaggi dedicati a Benedetto xv1 pochi subalterni hanno mai citato la difesa dei “Principi non negoziabili” né la lotta alla dittatura del “relativismo” quel cancro sociale che non riconosce nulla come definitivo, lascia come ultima misura soltanto il proprio “io” con le sue aspirazioni. Nessuno lo ha enfatizzato. Eppure era questo il fondamento del suo Ministero: la difesa della della dignità umana, sancita dalla Costituzione Italiana. Nessuno ha sottolineato la forza con cui difese “La tutele della vita il tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale” (No all’aborto e all’eutanasia). Nessuno ha ricordato il suo sforzo per promuovere la “Struttura naturale della famiglia”, senza tentennamenti, “quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio” (No all’unione Gay). Nessuno ha citato la frase di Ratzinger in cui sosteneva il “Diritto dei Genitori di educare i propri figli” contro qualsiasi forma di indottrinamento statale, parastatale, genter e fluidità affini. Nessuno, infine, ha enfatizzato la lotta in difesa della famiglia “dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme diverse di unione, che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione” (No alle unioni Civili).

LA MODERNITA’ DEI TEMPI ED I DISASTRI SOCIALI camminano di pari passo La Chiesa deve cercare di guidarla, no di subirla, raccomandava Papa Benedetto xv1, le varie forme di: Dissoluzione del matrimonio, (come matrimonio di prova); fino al matrimonio tra persone dello stesso sesso, entrambi sono espressioni di una libertà “Anarchica” che si fa passare, a torto, per vera liberazione dell’uomo.

Carmelo Santangelo

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