C’era una volta…..il ROSOLIO
La Sicilia è una terra ricca di storia, profumi, sapori e…liquori, prodotti esclusivamente a mano, seguendo ricette tradizionali alcune antichissime altre segrete e custodite gelosamente dagli inventori e tramandate di generazione in generazione: liquore al limone, al fico d’India, alla cannella, al finocchietto selvatico, al mandarino.
Ora con la fantasia e un poco d’immaginazione facciamo un salto indietro nel tempo, all’epoca dei Viceré.
Le tradizioni dei monsù in Sicilia erano l’essenza della storia e della cultura di questa terra così ricca e fiera.
Nei lussuosi palazzi dei nobili palermitani per intrattenere i loro illustri ospiti si organizzavano sontuose cene e fastosi balli che regalavano agli occhi e alla mente spettacoli di raffinata eleganza. Per accompagnare le conversazione del dopo pasto veniva servito un digestivo prodotto artigianalmente con alcool e petali di rosa.
Il Rosolio, viene definito anche “Liquore del passato”, il suo nome deriva da “Ros solis”(Rugiada del sole), le sue origini risalgono alla fine del’600 e in Sicilia veniva offerto agli ospiti in segno di buon augurio.
Nel 1813 a Palermo, in una vecchia piazza(oggi Piazza Rivoluzione),la famiglia Tutone gestiva un chiosco frequentato dall’aristocrazia palermitana e luogo ideale per il passeggio e per fermare le carrozze, per dissetarsi gustando un bicchiere di acqua e zammù. Questa particolare bevanda che rinfrescava le gole degli avventori durante le torride estati palermitane sembra sia stata inventata dall’arabo siracusano Sogehas Ben Alì. Quell’anno venne rifolmulata l’antica ricetta, aggiungendo anetolo, olio ricavato dall’anice stellato, importato dalla Cina e che tuttora è l’ingrediente principale. La famiglia Tutone custodisce gelosamente da sei generazioni il tipo di distillazione in un quadernetto con copertina nera. Questa nuova e gustosa bevanda prese il nome di ANICE UNICO TUTONE, dall’altissima gradazione alcoolica(60gradi)a base di anice misto aromatizzato con parti di cumino.
Nel 1871 il commendatore Alfio Fichera formulò la ricetta di un liquore dal sapore forte e dal colore rosso intenso, in onore alla sua Etna, e ai suoi ardenti lapilli di lava, gli diede il nome di Fuoco dell’Etna. Ha un’alta gradazione alcolica(70gradi) con essenze di aromi naturali di fragola e agrumi siciliani. Si consiglia di berlo in piccoli bicchieri e gustarlo a piccoli sorsi. Naturalmente anche questa ricetta è Top-secret, difficile da imitare.
Per ultimo vorrei ricordare il successo internazionale e tutto siciliano dell’amaro Averna di Caltanissetta, acquisito al 100% dal Gruppo Campari ma che opera ancora nella città siciliana dove si produce l’infuso macerato delle erbe necessarie. Anche la ricetta dell’amaro Averna è coperta da un rigoroso segreto industriale. Della ventina di erbe, radici, scorze e bacche, catalogate e stoccate con nomi di fantasia solo due o tre persone al mondo conoscono i nomi e le corrette quantità. Il segreto di Frà Girolamo è ben custodito.
La terra di Sicilia è uno scrigno pieno di tesori impensabili e sta a noi SICILIANI conservare e custodire gelosamente queste ricchezze da tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Antonio Sozzi