ACI CASTELLO ACCOLSE LE RELIQUIE DI SANT’AGATA DA COSTANTINOPOLI

Anna Rondine

Il giorno 16 di agosto ricorda l’895° anniversario del ritorno in patria da Costantinopoli delle reliquie di Sant’Agata

L’Associazione culturale Sant’Agata al Castello presieduta e coordinata dalla mastra d’arte Ausilia Patanè in collaborazione col Prof. Salvo Luzzio, co-fondatore l’Associazione e presidente dell’Ass. OmniArtEventi, il in collaborazione con, la vice Presidente Avv. Giovanna Cannatella e la poetessa Ioanna Leone, e con il patrocinio del Comune di Aci Castello, hanno organizzato in loco un incontro riepilogativo della vera storia di Sant’Agata, con l’aiuto della Professoressa Agata Teresa Motta attraverso i testi del suo libro “Curiosità Medievale” ed alcuni testi pubblicati dal Prof. Santi Correnti, ricordati da Salvo Luzzio, hanno radunato un gran numero di spettatori attorno alla immagine su tela di Sant’Agata, redatto della maestra d’arte  e dal pennello magico Anna Rondine.

Sant’Agata

 La rievocazione storicadel ritorno in patria di Sant’Agata, Vergine e Martire, nata a Catania l’8 settembre del 230 Dopo Cristo, , giunto con successo alla VII edizione, per parlare degli eventi storici di Sant’Agata al riguardo del rientro in patria delle Sacre Reliquie (trafugate nel 1040 dal Generale Maniace e portate a Costantinopoli). 

Durante il Viaggio, come raccontato nel pregevole libro della Prof.ssa Agata Teresa Motta, le città di Costantinopoli (oggi Istanbul) una delle maggiori città della Turchia, Galatina in prov. Di lecce, (luogo di nascita del soldato Goselmo) custodisce una mammella di Sant’Agata; Palermo, dove sono religiosamente custodite le reliquie dell’ulna e del radio di un braccio e Messina, ove nel Monastero del SS. Salvatore di Alì, vi è custodito un osso del braccio della Santa. Le città citate sopra, va sottolineato, sono luoghi che per vocazione sono divenute città elettive di Sant’Agata, dedite al culto il 3 febbraio e 16 agosto, data del rientro in Patria ed il giorno dopo il cattedrale.   

L’evento, se pur ridotto a causa di prevenzione contagi da pandemia, è stato molto partecipato da personaggi della cultura, associazioni culturali, dalla Presidente della FIDAPA di Gravina di Catania Prof. Agata Motta con alcune socie, un numero imprecisato di pubblico e devoti catanesi.

Il ritorno in patria delle spoglie della Vergine Santa assume un significato di primaria importanza storica culturale, fa rivivere quel momento di gioia atteso da tanto tempo dai catanesi e degli acesi che illumina anche lo storico porticciolo di approdo di Aci Castello (protagonista dell’evento). 

Un discorso commemorativo ai piedi del Castello Normanno è stato tenuto dal prof. Salvo Luzzio, ha ricordato tempi e modi del trafugamento e del ritorno in patria della spoglie di Sant’Agata, molti particolari sconosciuti al grande pubblico. 

devoti in conferenza

Ecco la storia vera raccontata ai piedi del Castello dal Prof. Luzzio. Nell’anno 1040, a seguito della battaglia di Troina, il binzantino e spietato condottiero, Generale Maniace, sconfisse le truppe musulmane, padroni del governo siciliano, detto personaggio, come trofeo di guerra trafugò le reliquie preziose di Santa Lucia a Siracusa, ed a Catania quelli di San Leone, Sant’Euplio e Sant’Agata, che dopo alcuni giorni, i corpi furono imbarcati su una barca e portati e custoditi a Costantinopoli.

Secondo la leggenda, si racconta che Sant’Agata apparve in sogno a Gisliberto, soldato della guardia imperiale bizantina, esprimendo la volontà di voler tornare in patria. Il fatto si ripeté più volte e questi, vista l’insistenza, si confidò con l’amico soldato Goselmo, i quali, insieme hanno deciso di dare seguito al sogno della divina Santa.  

I due soldati Gisliberto di origine francese e Goselmo, (calabrese), furono gli artefici e coraggiosi autori che trafugarono le reliquie ben custodite della Santa a Costantinopoli. I resti di Sant’Agata appena trafugate dalle celle a Costantinopoli, per non essere viste da qualcuno, furono distribuiti nelle sacche delle loro frecce ed imbarcate con destinazione Catania. Il Vescovo Maurizio, che in quel momento era residente proprio nel Castello Normanno, era il 16 agosto del 1126, prese in consegna le reliquie di Sant’Agata che era ritornata in patria per propria volontà dopo ben 86anni di esilio. Il Vescovo rinchiuse le reliquie in una cappella all’interno del castello normanno ed il giorno dopo, il 17 agosto, in processione i numerosi devoti catanesi e Acesi si radunarono in via del Rotolo ed in processione la riportarono in Cattedrale, l’attuale Sant’Agata Vetere. Da allora i catanesi hanno potuto rendere omaggio e culto alla loro Patrona, evento che si ripete annualmente in questa ricorrenza.

In finale i ringraziamenti e l’auspicio che le istituzioni locali e la chiesa, negli anni a venire l’evento possa trovare spazio, non solo storico, ma anche e soprattutto religioso. 

Carmelo Santangelo

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