Una mia risposta a un compagno che canonicamente confonde i temi del progresso con la critica sociale: troppo zelo sbaglia – VIDEO

“Pictus shark”, di Enrico Cecotto

Basta aprire gli occhi: la miseria produce miseria, è abbastanza ovvio che chiunque provenga da una realtà marginale incorra più facilmente a delinquere. Poi c’è un altro pilastro del buonismo convenzionale da abbattere: se cresco con un codice morale divergente rispetto alla comunità di accoglienza, come quelle che io chiamo culture di tagliatori di teste, il rischio di delinquere diventa certezza. Non mi importa cosa fanno a casa loro, l’importante è che qui rispettino le nostre leggi e le nostre regole. Rom o no, se qui non si ruba, non si ruba affatto: io non mi sogno di passeggiare con una lattina di birra in qualsiasi stato islamico.
Il problema è politico e tutt’altro che irresolvibile, è pane quotidiano di tutti gli imperi in qualsiasi epoca e la pista di una grave normalizzazione che serpeggia sotto il pattern della società globale camuffando i problemi per ignorarli e rimuoverli. Per inciso, i cosiddetti diritti civili e le minoranze sessiste sono pane quotidiano dei neocon buonisti e ipocriti, al soldo di Soros e Bergoglio. Tirolesi e Frisoni di solito non spacciano; però il giorno dopo la famosa citofonata di Salvini ho dovuto penosamente discutere con tre ragazzi emiliani che difendevano il diritto di spacciare. Secondo loro i 49 milioni della Lega e lo spaccio entravano nella stessa categoria dei delitti contro il patrimonio e non contro la persona. E mi chiedo pure se per rispetto del politicamente corretto è opportuno omettere qualunque filtro a chi proviene (in barba a chi vuole gli Europei razzisti e barbari) da aree dove avvengono tutti i generi di violenze di massa, proliferano intolleranze e discriminazioni anche sessuali a partire dalla scellerata infibulazione: ovvio che si tratti di culture differenti se la vittima di stupro sempre più spesso è bruciata viva, se si pratica l’infibulazione (e le femministe zitte), se ci sono addirittura le guerre tribali. Altro che razzismo! Abbiamo avuto un riscontro nella Kyenge, che correva dietro il facile moralismo insieme al PD. Dov’è il problema? Lo spaccio è una cosa vile e grave, una peste che produce contagio e ti isola con la malattia, chi spaccia andrebbe isolato e curato coattivamente, considerato il danno sociale. E resto fermamente contrario alla cosiddetta liberalizzazione delle droghe leggere. Non ci sono studi epidemiologici decenti sulla cannabis, informatevi sui guasti dell’assenzio nel secolo scorso.
La soluzione è a portata di mano e si chiama coscienza politica. All’opposto della mondializzazione, che non funziona e non può funzionare perché ci sarebbero interi continenti a gravare sulla nostra Europa, e quindi dopo avere arretrato drammaticamente la piattaforma dei diritti dei lavoratori conquistati con lotte e sacrifici per un secolo, subentrerebbe certamente il caos sociale. La sedicente sinistra (in realtà le élite neocon che ci costringono alla alienazione permanente dentro la favola di Re Nudo con la mobilitazione dei mass media) porta le masse dei paesi poveri allo sbando secondo il disegno più cinico, deportandole nelle capitali europee che li sfruttano da cinquecento anni. Geopolitica da macello. Questa non è sinistra: da marxista so che bisogna restare per crescere, lottare creando un orizzonte comune di progresso piuttosto che scappare alimentando schiavitù.

Nella foto l’opera “Pictus shark”, di Enrico Cecotto

Estratto dal convegno “Élite e Popolo, globalismo e sovranismo, nichilismo e identità” con Marcello Veneziani e Diego Fusaro:

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