La “Valle Siciliana” non è in Sicilia.

di Franco Pasquale

Se qualcuno ci domanda all’improvviso: “Dove si trova la valle siciliana? ”, magari ci viene da pensare a Val di Mazara, Val di Noto e Val Demone, riferendoci alla suddivisione fatta inizialmente dagli arabi durante la loro dominazione nell’Isola. Poi però ci rendiamo conto subito che la risposta è stata frettolosa perché in questo caso la parola cui si fa riferimento è vallo e non valle. E vallo è un vocabolo a declinazione maschile ed indica un muro, una fortificazione, un confine. Invece valle ha declinazione femminile e vuol dire tutt’altra cosa perché indica una porzione di territorio solitamente posta alla base di due opposti pendii. E assai spesso una valle è anche percorsa da un fiume più o meno importante.

Risposta sbagliata, dunque.

Il punto è che la cosiddetta valle siciliana non si trova affatto in Sicilia.

La valle siciliana è in Abruzzo, ai piedi del Gran Sasso, fra le pareti del Corno

Grande e i monti Prena e Camicia ed è solcata dal fiume Mavone.

La Sicilia dista più di 800 chilometri e questa valle che esplicitamente fa riferimento ad un’isola così lontana è in provincia di Teramo e comprende i comuni di Castelli, famosa nel mondo per la ceramica; Castel Castagna, con l’Abbazia di Santa Maria, espressione tra le più rappresentative del romanico abruzzese; Colledara, con il magnifico borgo di Castiglione della Valle; Isola del Gran Sasso, con l’importante Santuario di San Gabriele; Tossicia, l’antica capitale dei Mendoza.

Ma come è potuto accadere che una valle nel cuore più intimo dell’Abruzzo faccia riferimento alla Sicilia?

Fatto sta che – e la cosa è nota fin dagli scritti di Tucidide – l’antico popolo dei siculi che da tempo immemorabile si impadronì della Sicilia, non era originario dell’isola, ma vi approdò dopo essere stato scacciato dai territori dell’Italia centrale in cui a lungo aveva esercitato il proprio dominio.

Dionigi di Alicarnasso, precisa anzi, che il popolo siculo abitava le terre dell’Italia centrale e in particolare dell’attuale Lazio, addirittura la stessa Albalonga, prima ancora che l’area fosse conquistata dai Latini prima e dai Romani poi.

E molti storici contemporarei sono arrivati a teorizzare anche che i Siculi prima di venire a stanziarsi nell’Italia centrale, avessero dimora sulle sponde del Mar Nero e quindi nei Balcani e, addirittura, furono essi a dare il nome di Adriatico al mare che solcarono per spostarsi dall’ Illiria in Italia e ciò in onore del loro dio guerriero Adranos, fondando anche le città di Adria inVeneto e di Atri in Abruzzo.

Ma poi, a seguito di lunghi confilitti, con altre popolazioni del centro- Italia, i siculi furono costretti a scendere sempre più verso la punta della penisola italica per poi insediarsi in Sicilia, condividendola con gli Elimi e i Sicani intorno al XV secolo a.C. Giunti in Sicilia, fondarono Adranos, sede di un tempio pre-greco, alle falde dell’Etna, dedicato appunto al loro Dio. Ed è proprio li che oggi sorge Adrano.

Ma, se tutto ciò vero, la presenza di questo popolo, come spesso accade in simili circostanze, conserva ancora le sue tracce nell’Italia Centrale e anche in Abruzzo, dove una valle, ai piedi del Gran Sasso, è, appunto, denominata anche oggi “la valle siciliana”.

Ma c’è di più. Anche i nomi di alcuni paesi in provincia di Teramo, come Martinsicuro e Torricella Sicura, secondo alcune ipotesi, non acclarate e ormai indimostrabili, deriverebbero la loro denominazione ad antichi insediamenti siculi e il sicuro/sicura che sono presenti nel nome dei due paesi non si riferirebbe alla “sicurezza” del luogo, per la presenza di particolari fortificazioni, ma ad una mutazione fonetica della elle in erre poiché assai anticamente quei luoghi erano abitati dal popolo dei siculi.

L’argomento è assai controverso e noi non vogliamo assumere questa ipotesi per vera, ma la esponiamo a mero titolo di curiosità.

San Gabriele

Di certo possiamo però ribadire che in Abruzzo, alle falde del Gran Sasso, c’è una valle che reca il nome di “valle siciliana” e non ha nulla a che fare, ovviamente, con la splendida valle dei Templi.

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