Misteri di Sicilia: depuratori che non depurano
di Ignazio Giuffrida
Qualche giorno fa il TG Sicilia ci ha informato che nella nostra regione moltissimi depuratori non funzionano, e che l’Unione europea, la quale questi depuratori li ha finanziati, continua a multare l’Italia per inadempienza. Di quasi 500 milioni di euro annui di multe che il nostro paese deve pagare, quasi 200 sono imputabili ad inadempienze “made in Sicily”!
E’ evidente che se i depuratori non funzionano il mare inquinato danneggia fortemente il turismo, e ci priva dei benefici e del piacere incommensurabile, non quantificato nel calcolo del P.I.L.,di acque marine pulite (a parte i rischi per la salute)..
I fondi impegnati per il funzionamento dei depuratori ci sono, ma i depuratori continuano a non funzionare. Per capire il perché vale la pena di seguire la dritta di Giulio Andreotti: a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca.
Pare che le rigide normative antimafia rallentino fortemente le procedure degli appalti alle ditte candidate a svolgere i lavori. Normative che bloccherebbero anche i tanti commissari straordinari nominati per garantire l’attuazione dei progetti di bonifica delle acque, che restano così solo nel libro dei sogni e delle buone intenzioni.
Molto raramente, fra I pletorici rapporti tecnico-politici, che forniscono vaghi suggerimenti sui rimedi da attuare, spuntano espressioni come :”evitare intromissioni politico clientelari nell’assegnazione degli appalti”. Non più di mezza riga, in un astruso rapporto di decine di pagine, che è un capolavoro di logorrea, una sequela di parole senza significato compiuto.
È vero che le lungaggini burocratiche possono rallentare i fatti, ma è anche verosimile il sospetto, terra terra, che le cose non si fanno quando quelli nella camera dei bottoni non gradiscono controlli efficaci sulle proprie arbitrarieta’.
In parole povere, il meccanismo paralizzante si spiegherebbe come segue:” se ci rompete le scatole con troppi controlli su clientelismo e corruzione, allora…..al diavolo, che si blocchi tutto! E se poi un ricco finanziamento può finire nelle tasche di qualcuno che non è amico nostro, allora…..al diavolo, che i fondi restino inutilizzati: mal comune mezzo gaudio. E quanto alle multe dell’Unione europea, beh quelle le pagherà Pantalone, cioè i cittadini italiani…”
Naturalmente, se i depuratori in Sicilia non funzionano e magari a Rimini o a Viareggio funzionano meglio, questo non rappresenterà una ferale notizia per gli operatori turistici non siciliani…..