INTERVISTA AD AGATA VINCIGUERRA , AUTRICE DEL LIBRO “ ALL’OMBRA DELL’ETNA”

Agata Vinciguerra
  • Fulvio : Gentile Agata, come ti sei approcciata alla letteratura?
  • Agata: Fin da piccola ho avuto una grande passione verso la letteratura , dedicando molto tempo libero alla lettura ed alla scrittura di racconti. Questa passione mi ha portato a laurearmi in lettere e a scrivere racconti. Tutt’oggi sono docente di Italiano in un liceo a Catania e coltivo con grande passione questo mio talento. Inizialmente , oneri familiari e professionali, come l’insegnamento, hanno procrastinato il mio indulgere alla passione letteraria. Al cinquantesimo anno della mia vita, ho deciso di scrivere e pubblicare questa piccola raccolta di brevi racconti. La fiducia in questa mia attitudine, nasce da lontano, dal fatto, per esempio, che quando ero piccola raccontavo ai miei compagnetti di gioco le mie storielle di fantasia scritte in età pre adolescenziale. Ho scritto anche dei romanzi, ma per praticità e celerità ho preferito pubblicare dei piccoli racconti. Nel giro di una primavera, sono riuscita a scrivere questi cinque racconti pubblicati dalla Casa Editrice Il Convivio Editore.  Dal setaccio dei miei più fidi parenti ed amici, mi sono convinta ed auto incoraggiata a pubblicare questi piccoli racconti.
  • Fulvio: Io ho letto il tuo libro e l’ho trovato delizioso e volevo chiederti perché hai ambientato questi racconti solo nello scenario di Catania?
  • Agata: Non so spiegare il perché di questo. Probabilmente perché ho un amore viscerale verso questa città. Io ho viaggiato molto ma ho sentito sempre il bisogno di ritornare nella mia città e crogiolarmi alla vista dell’Etna , mia musa e protettrice. Non riesco a staccarmi fisicamente dal mio luogo natio.
  • Fulvio: Mi puoi spiegare l’influenza giocata nella tua modalità di scrittura del grande scrittore spagnolo, recentemente scomparso, Zafon?
  • Agata: In genere sono molto restia a farmi ammaliare dagli autori di letteratura contemporanea, ma, con Zafon c’è stato un amore a prima vista. Il suo masterpiece, L’OMBRA DEL VENTO, è stata una fonte imprescindibile nell’influenzare la mia propensione alla scrittura. Parimenti al mio amore verso Catania, Zafon l’ha espresso verso la sua città natale Barcellona. La sua nitidezza di scrittura e la creazione avvincente dell’ intreccio narrativo, mi hanno prepotentemente influenzato in modo determinante. Per esempio, All’ombra del vento, titolo di una opera di Zafon,  va ripresentato nel mio libro ALL’OBRA DELL’ETNA per un debito di riconoscenza nei riguardi dell’autore spagnolo.
  • Fulvio: quali di questi cinque racconti ha maggiori riferimenti autobiografici?
  • Agata: In realtà, tutti e cinque i racconti contengono testimonianze autobiografiche proprio perché il mio atto creativo non può prescindere dalla mia essenza e rappresentazione esistenziale. Il lavoro di fantasia è condito a illustrare eminentemente le mie più forti emozioni personali ed esistenziali. Il primo racconto , ad esempio, che ha come tema la mafia; è un retaggio imprescindibile della società in cui noi viviamo, appunto Catania. E metto in evidenza il riscatto dei personaggi vittime della mafia stessa. Il protagonista del primo racconto, nasce cattivo e muore cattivo. Non c’è redenzione nell’epilogo del racconto. L’ultimo racconto, il quinto, ha come protagonista mio padre, nato e cresciuto in un quartiere , San Crsitoforo, stracolmo di ostacoli. Racconto le peripezie , nella sua giovane età, nel districarsi in un ambiente estremamente violento che ha rafforzato la tempra del mio più stretto parente. I contenuti dell’ultimo racconto, sono un effettivo riporto dei racconti da lui stesso vissuti in età adolescenziale.
  • Fulvio: Quale è stato il passaggio a pubblicare questi racconti?
  • Agata: La mia scelta motivata per questa casa editrice, è stata molto ponderata, avendo rifiutato 4 precedenti proposte provenienti da altre case editrici.
  • Fulvio: Quale sarà il prossimo libro?
  • Agata: sto lavorando ad un romanzo giallo, che prende spunto da un fatto di cronaca di parecchi anni fa. Il crimine in questione ( il ritrovamento fortuito di un’opera ritenuta rubata) ha suscitato in me una forte curiosità e spinto a indagare attraverso i giornali sui particolari dell’accaduto, cui naturalmente aggiungo molto di personale e fondo con il contesto urbanistico e socio- culturale catanese. Non sono sicura di voler rispettare in pieno i canoni del giallo perché preferirei indagare più sulla psiche del protagonista che sul fatto in sé. Ci sto lavorando pian pianino e spero di finirlo a fine anno.
  • Fulvio: io personalmente ho letto il tuo libro e sono rimasto estasiata dalla tua abilità descrittiva e narrativa e certamente confido in un più ampio riconoscimento ed esposizione dei tuoi futuri progetti presso un pubblico più ampio perché oggettivamente sei degna e meritevole di un grande riconoscimento pubblico. Ti faccio i miei più fervidi complimenti riguardo la tua opera che abbiamo descritto nell’articolo e ti auguro una gigantesca buona fortuna per il tuo prossimo lavoro che sarà un romanzo. Ancora complimenti vivissimi e buona fortuna.
  • Fulvio Farkas
Fulvio Farkas, e Agata Vnciguerra

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