R.I.P.

Tre parole puntate senza un senso quando apprendiamo una brutta notizia. Riposa in pace come valore Cristiano, mi chiedo: dove riposa? In cielo o sottoterra? Domande senza risposte. Riposa in Pace nel cuore di chi ti ha partorito o di chi ti ha amato? E’ questa la vera risposta, chi è morto è morto e basta.

Sarebbe stato meglio se Dante Alighieri si fosse fatto i fatti suoi.

Il Paradiso, il Purgatorio, l’Inferno è stata la sua invenzione, non quella del Signore, anche Lui attende Giustizia, fatto morire in Croce senza peccati, quella giustizia che non arriverà mai. Un vecchio detto dice: “Chi vive nel cuore di un altro non muore mai, sarai veramente morto quando nessuno più ti ricorderà” Scrivo questo nel giorno del Ricordo, 10 luglio 1943 una data per ricordare 60 milioni di giovani innocenti. Anche loro attendono giustizia, una giustizia che non arriverà mai. L’uomo è un folle, troverete tra le pagine del mio libro “Infiniti Calci e Pugni per qualche medaglia”.

L’uomo è un folle perché crede di aver sconfitto la morte immaginando un’altra vita nell’aldilà. La vita è una e basta, quella che stiamo vivendo, è qui dove succede di tutto: odio e amore, libertà e reclusi, miseria e nobiltà e poi c’è anche la Panchina Bianca, una ricorrenza per ricordare le vittime della strada che sono tante, tantissime quasi da riempire un cimitero, causa di un scenario di guerra è sempre quella: l’alta velocità, la maledetta voglia di arrivare subito. Tutto questo lo si fa notare in un libretto poetico di Alessia Costa in cui richiama la lirica di una tragedia, il fidanzato di sua sorella Giorgia, Alessandro Mineo 25enne, macellato da un’auto a folle velocita delle forze dell’ordine.

Alessandro Mineo

Cosa è Rimasto di Alessandro: Dolore e rabbia, non soltanto per i loro genitori, ma anche per chi lo ha amato e voluto bene come fratello. Lui ci voleva bene – ricorda Alessia – allegri e festosi cantava l’amore del Signore che sentiva nel suo cuore. Perciò la nostra preghiera, se pur nel dolore del distacco la viviamo con gioia di averlo avuto con noi il tempo della sua beltà. E’ con commozione che rivolgo questo scritto per porgergli quel saluto che molti di noi non hanno potuto esprimergli il giorno del suo funerale.

Le mie parole vogliano dare voce a tutte quelle persone spavalde, incoscienti, finti valorosi, ubriaconi o drogati che al volante possono uccidere una o più persone, rimane uno scrupolo che non te ne liberi più.

Carmelo Santangelo

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