Manuale di talk show-ad uso di politici politicanti

I partecipanti agli svariati talk shows televisivi,  a cui l’epidemia di corona virus ha dato eccellenti occasioni di audience e protagonismo, sembrano seguire delle apposite regole studiate per tirarli fuori da ogni imbarazzo che potrebbe compromettere la loro carriera politica.

1^ regola: parlare…parlare; anche se ciò non significa necessariamente “dire” qualcosa di compiuto o di corretto. Le pause di silenzio paleserebbero insicurezza o mancanza di preparazione

.2^: se la propria parte viene accusata di avere fatto sbagli, o di non avere fatto abbastanza, o magari di avere rubato, niente panico…per esorcizzare il fango scagliatoci addosso bisogna restituirlo al mittente, cioè rispondere alle accuse non tanto provando la loro infondatezza, ma piuttosto lanciando a propria volta accuse all’altra parte di avere fatto molto peggio.

Non importa scrollarsi di dosso il fango ricevuto. Se ne lanci il doppio addosso al tuo contenente vinci tu!Emblematica è in questi giorni la disputa tra governo e regioni su chi dei due sia più colpevole dei problemi sanitari che stiamo vivendo.

Entrambi fanno a gara a chi accusa di più l’altra parte, non importa quanto in tal modo si possano migliorare le cose. Non importa trovare soluzioni, anzi una frase ricorrente è “certo io non ho la soluzione in tasca”; molto più importante, e facile, svergognare l’oppositore.

3^: se poi insistono nellaccusa che la tua parte ha fatto troppo poco, allora bisogna semplicemente amplificare quel poco, in modo che sembri tantissimo.Come? Semplice!

Basta suddividere in tante parti quel poco fatto. Così si parla tanto, e sembra che hai fatto qualcosa di grandioso. In questo Berlusconi è stato un maestro.

Quando rimproverarono al suo governo che ancora non era stata completata l’autostrada Palermo – Messina,  che si attendeva invano da tanto tempo, rispose semplicemente dividendo i 35 km. fatti in 10 parti di 3,5 km. ciascuna.

Per ognuna di queste parti puntualizzo’ da dove era partita e dove s’era conclusa. Così la risposta durò più di 5 minuti, e alla fine di quell’ubriacatura di parole molti avevano la sensazione che era stata realizzata un’opera colossale, di fronte a cui il ponte sullo stretto era una piccolezza.

Naturalmente ci sono altre regole, come scuotere la testa mentre parla l’interlocutore,  sorridere beffardi, magari interrompere al momento giusto.

Ma la cosa più efficace resta quella di studiare bene i difetti degli altri, e tirarli fuori al momento giusto.

Costruire è troppo faticoso, meglio distruggere  (gli altri): è più rapido, e fa più effetto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *