PERCEZIONI DI NICOLA COSTA, L’ESISTENZIALISMO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

CATANIA – Un mediometraggio in chiave esistenzialistica per raccontare la dimensione umana in tutte le sue sfaccettature. Questa la scelta del “Centro Studi Teatro e Legalità” di Nicola Costa per concludere l’anno accademico. Percezioni è un monologo in 19 voci che sviscera emozioni, sensazioni, speranze, ricordi, proiezioni che arrivano dritte alla sensibilità dello spettatore, nonostante la distanza imposta dallo schermo.

Percezioni è liberamente ispirato all’opera Bestie di Federigo Tozzi, autore vissuto durante l’epidemia di spagnola. «Ho scritto il testo della rappresentazione durante il lockdown, quando abbiamo dovuto interrompere le lezioni de visu e provare a sperimentare gratuitamente nuove forme di connessione e apprendimento, in un periodo di incertezza e preoccupazione. Lo spettacolo che ho avuto il piacere di allestire ha raggiunto un risultato sorprendente grazie alla volontà e allo sforzo costante dei ragazzi che non hanno mai smesso di credere nel lavoro svolto. Adesso Percezioni è disponibile su YouTube, così che tutti gli spettatori impossibilitati a venire a teatro per le nuove misure di sicurezza possano ugualmente usufruirne. In pochi giorni si possono già contare oltre 2mila visualizzazioni, a testimonianza che l’arte non può essere fermata dal Coronavirus – ha chiosato Nicola Costa -. Il video sarà proiettato domenica 12 luglio alle ore 21, in via Gulli (traversa di via Sangiuliano) a Catania, in occasione di uno spettacolo ospite, a sua volta, di una rassegna solidale (“La forza del Teatro”). Un’iniziativa a supporto del piccolo e storico Teatro del Canovaccio del comune etneo che rischia seriamente di non riaprire più le porte».

Uno spettacolo coinvolgente, in cui gli attori recitano il loro monologo in pigiama, su una sedia posta innanzi a uno sfondo nero. La scelta consente la focalizzazione dell’attenzione esclusivamente sul piano emotivo e riflessivo.
L’essere umano viene presentato a tuttotondo, mostrando come il confine tra l’oggettività e la soggettività sia labile e superflua e come l’animato e l’inanimato diventino parte di una dimensione mondana a cui il soggetto non può per natura sottrarsi.

Nell’esistenza umana ricordi, esperienze, emozioni, oggetti finiscono per mescolarsi in un tempo che non è più scandito dalle lancette dell’orologio, ma che vive di emozioni e atti di volontà mai completamente liberi da altri condizionamenti. Così i profumi, le speranze, i progetti, le abitudini, le paure, le convinzioni consentono di evolversi secondo una riprogrammazione di vita continua e sempre personale, dove l’altro fa paura tanto quanto se stessi.

Ma è la speranza e la possibilità di fare ancora qualcosa in bellezza che animano i cuori e che allontanano la paura della morte, riaccendendo la vita. Nella parte finale del video, gli interpreti portano davanti alla telecamera dei messaggi positivi scritti su sfondo bianco che rappresentano il punto di trapunta del dramma esistenziale: vivere è un’esperienza degna di essere vissuta e le inscindibili percezioni quotidiane sono elemento indissolubile di significanza.

“Vivi ogni attimo come fosse l’ultimo”, questo l’insegnamento di Lucia, attrice e donna poliedrica e versatile che si è prematuramente – e inaspettatamente – spenta un paio di giorni dopo l’ultima sera di registrazione dello spettacolo. «Nonostante la sua cecità, Lucia riusciva a vedere ogni cosa, con una sensibilità vera e rara. Nel suo percorso pieno di entusiasmo si è laureata più volte, ha rappresentato una comunità per ciechi e fatto loro da guida. Lavorava, realizzava opere d’arte in ceramica e seguiva con passione il nostro laboratorio da quattro anni. La sua sedia vuota lascia sgomenti e lascia soprattutto un incredibile vuoto. È stata per tutti noi una maestra di vita, ci ha insegnato il suo motto, “se vuoi, puoi”. Forse questa è l’essenza dell’esistenza stessa e le saremo per sempre grati per il suo prezioso contributo”, ha detto Nicola Costa.

“L’arte non si può separare dalla vita. È l’espressione della più grande necessità della quale la vita è capace, e apprezziamo l’arte non tanto per il prodotto specializzato, ma per la sua rivelazione di un’esperienza di vita”, scriveva Robert Henri in The Art Spirit. E Percezioni resta un esempio di come – nonostante il critico momento storico attuale – l’umanità necessiti emozionarsi ancora attraverso l’arte.

Ivana Zimbone

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